Bergjos e pastùors
Alpeggio e pastori

Le suggestive fotografie di Gigliola Di Piazza, carnica di Tualis, ci offrono uno sguardo inedito su una realtà arcaica di bellezza incontaminata, di verdi prati ad alta quota dove pascolano tranquille le mucche, di giovani pastori che con solerzia le conducono nei lussureggianti pascoli, di casari che nelle grandi caldaie di rame, alla viva fiamma del fuoco, ripropongono il rito secolare della produzione del formaggio.
Questo è il mondo delle malghe carniche. Un mondo antichissimo che non solo non vuole morire, ma, forte del suo valore, reclama con forza una visibilità e un investimento di energie, affinché, alle soglie del III millennio, possa realmente offrire ai giovani un futuro di speranza.
Ben oltre trenta malghe sono attive in Carnia. I gestori - la maggior parte di mezza età, ma non mancano gli anziani e i giovani, garanzia di continuità con il passato e con il futuro - credono fermamente nel loro lavoro, convinti che la risorsa della zootecnia, con i suoi prodotti caseari di alto pregio qualitativo che possono essere acquistati anche in loco, possa diventare un’attrazione ed un trampolino di lancio per la nostra terra.
Già nell’antichità i pascoli montani erano una risorsa preziosa per i valligiani. L’alpeggio veniva praticato ad altitudini elevate, tra i 1200 e i 2000 metri s.l.m., per 75-100 giorni all’anno, da giugno a settembre.
Per favorire l’insediamento umano in quelle zone, il Patriarcato di Aquileia, che aveva giurisdizione sul territorio, ricorreva a delle donazioni. I primi documenti che attestano la pastorizia risalgono al 1067. Vi si può leggere che “ad Ebilino (Invillino) il Patriarca Sigeardo accordava agli abitanti di Cludinico, case e stalle alpestri (stavoli e casere) contro la corresponsione annua di una pecora, 36 libbre di formaggio”.
La prima lavorazione del latte in Società di Caseificio si ebbe a Collina di Forni Avoltri nel 1880. La scuola per tecnici caseari nacque a Piano d’Arta nel 1905, mentre risale al 15 maggio del 1911 la prima mostra del formaggio carnico ad Ampezzo, mostra che tuttora viene proposta a Enemonzo.
I pascoli della Carnia, grazie all’ambiente climatico terso e cristallino, alle erbe e ai fiori officinali, esaltano il gusto del formaggio, della ricotta e del burro.
Il formaggio di Carnia, in particolare, è un prodotto di altissimo pregio qualitativo. Recentemente il “formadi frant” si è conquistato il 17° posto tra i migliori formaggi saporiti d’Italia.
Un’altra specialità carnica è il formaggio di salamoia, che veniva prodotto già nel Seicento ed era così apprezzato da comparire anche sulle ricche mense dei nobili veneziani.
La ricotta affumicata delle malghe costituisce un richiamo antico tra i buongustai e nei migliori ristoranti, non solo regionali, si possono assaporare piatti a base di questo prodotto.
Tutto questo (e molto altro) può essere rivissuto in presa diretta attraverso le incantevoli immagini di Gigliola Di Piazza.

Novella Del Fabbro

© 2025 CCFC - APS | Cod.Fiscale: 93012380304 | Tutti i diritti sono riservati

È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, la riproduzione, la rielaborazione, la diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta dal Circolo.

powered by logo websterWebster